Samp, il “giampaolismo” è tornato

Hai presente il post che non avresti mai voluto scrivere? In molti ci chiedevamo se Giampaolo fosse l’allenatore giusto per guidare la Sampdoria alla salvezza, memori anche del gioco “monocorde” visto prima che Giampaolo andasse al Milan.

E invece eccoci qui a commentare la sconfitta di Bologna (un secco 2-0) maturata da una squadra svuotata, senza garra, con giocatori palesemente fuori ruolo, condannata a eterni passaggi in orizzontale e all’indietro.

Il commento più lucido è stato quello di Domenico Arnuzzo dopo la partita, il quale ha velatamente mosso una critica a Giampaolo, facendo intendere come i giocatori siano mal disposti a centrocampo (ecco qui un richiamo alle sue dichiarazioni)

Candreva troppo lontano dalla porta, Thorsby troppo avanzato, Sensi che non ha un ruolo preciso quando è chiaro che dovrebbe fare il regista, e poi la solita passione per Murru.

Sinceramente a me il gioco di Giampaolo non è mai piaciuto, e non l’ho mai nascosto, l’ho sempre trovato noioso e in contrasto con quello che dovrebbe essere lo spirito del gioco del calcio.
Non si possono vedere giocatori imbrigliati in posizioni e schemi rigidi che ne mortificano l’iniziativa, ma questo è un mio gusto personale. Cosa invece è certo, è che Giampaolo non rinuncia  al suo modo integralista di vedere il calcio, costi quel che costi, anche se il rischio è quello di retrocedere.

Personalmente preferirei qualche “sofismo” in meno, e un po’ di grinta in più. Ci dobbiamo salvare, l’estetica lasciamola a altre occasioni.

Per quanto riguarda i giocatori, neanche loro sono esenti da colpe, perché se è vero che sono mal disposti in campo, è anche vero che loro non ci mettono niente, tanto da apparire senza alcun senso di responsabilità e senza il rispetto che comporta indossare la maglia blucerchiata. E questo non è accettabile, perché in campo ci vanno loro a rappresentare i nostri colori.

Con la Salernitana sono tutti chiamati a dimostrare rispetto per la maglia della Sampdoria e per “tutti” intendo dal primo dei magazzinieri all’ultimo dei giocatori (volutamente indicati in quest’ordine) c’è solo un risultato.

Per quanto riguarda le responsabilità dei dirigenti, i conti si faranno a fine stagione, senza mai dimenticare chi ha la colpa imperdonabile di avere messo la Sampdoria in questa situazione.

Lascio un commento